Chiesetta Sant Ambrogio - IoNonRischio-Brugherio

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Chiesetta Sant'Ambrogio

Chiesa di San Bartolomeo
Perchè e' importante per il Rischio
Questo luogo non e' visitato perche "sede" di un rischio, ma e' un luogo identitario della Citta' di Brugherio. Il Nucleo ANC Brugherio e' specializzato nella Salvaguardia dei Beni culturali (SBC) e questo sito e' certamento centro di attenzione nel caso di necessita' (www.anc-beniculturali.it).
La chiesa di Sant'Ambrogio è un edificio annesso all'omonima cascina, presente sul territorio di Brugherio.
Il coenobium e le reliquie
Secondo la tradizione orale e letteraria, l'area su cui sorge attualmente la cascina e la chiesetta era occupata, nel IV secolo, da una villa di proprietà del vescovo di Milano, Ambrogio. Questi, volendo che la sorella Marcellina avesse a disposizione, insieme ad altre nobili vergini che si erano consacrate alla castità, un luogo adatto per la contemplazione e la preghiera, decise di donarle questo terreno. Ambrogio era solito ritirarsi in questi luoghi per meditare e scrivere, conversando e diffondendo la fede cristiana insieme alla sorella nei villaggi di campagna, ovvero nei pagi:
«In questa solitudine Marcellina e le compagne aggiungevano alla preghiera, alla meditazione e alla vita penitente, l'apostolato dell'esempio. In mezzo a quei campi e tra quei boschi, la Santa adempiva a una missione apostolica; predicava con gli stessi esempi di sua vita angelica e delle sue compagne. Richiamiamoci alla mente quel secolo IV e pensiamo che la fede aveva ben fatto grandi acquisti nella città e tra le persone civili, ma l'idolatria regnava ostinata e cieca in molti luoghi della campagna e nei pagi, donde venne il nome di «pagano» agli idolatri. Sant'Ambrogio parla spesso di gentili e adoratori di idoli anche in Milano e specie nel contado, come del resto a Roma, e delle leggi imperiali contro la idolatria, che non erano osservate. Ora su queste tenebre come sarà piovuta vivifica la luce e la grazia di quelle vergini sante!»
(Luigi Biraghi, Vita di Santa Marcellina, 1867)
Ambrogio, in segno di affetto, avrebbe donato una parte delle Reliquie dei Magi (giunte a Milano come dono dell'imperatore al vescovo Eustorgio) alla sorella, reliquie che sarebbero state conservate con devozione nel corso dei secoli[4], finché non furono "ritrovate" dal cardinale Federico Borromeo e traslate nella chiesa parrocchiale. Della presenza di Marcellina in un luogo fuori Milano ne parla anche Francesco Petrarca nel suo De vita solitaria, sostenendo che avesse trovato requie su di un sito ove, all'epoca del soggiorno meneghino del poeta laureato, sorgeva una "Chiesa di Sant'Ambrogio Ad Nemus".

Le testimonianze della Chiesa dal XVI al XVIII secolo
Attraverso una scarna documentazione archivistica, sappiamo che il complesso del monastero era appartenuto ad una serie di ordini religiosi: benedettine, agostiniane ed infine umiliate e che, sul sito dell'attuale chiesa, ce ne doveva essere un'altra risalente al XII secolo. Queste ultime, nel 1539, si trasferirono nel monastero di Santa Caterina la Chiusa di Milano, mantenendo sempre la proprietà del monastero, con tutti i benefici e i diritti che ne conseguivano. Tra i beni del complesso monastico, quasi sicuramente, c'era anche una cappella ove le monache si ritiravano per la preghiera. La deduzione trova attendibilità in base alla relazione della visita pastorale tenuta dal cardinale Federico nel 1596 ove si parla, quasi con taglio antitetico, da un lato del precario stato architettonico (che verrà risolto con una serie di restauri fino al 1621), dall'altro della ricchezza degli arredi sacri che essa conteneva. La chiesa sarà presente anche nelle mappe realizzate del Catasto Teresiano del 1763, in cui compare un edificio direttamente posto lungo la strada (attuale Via dei Mille) che collega con Carugate.

Il XIX secolo e il restauro del 1886
In seguito alla soppressione degli ordini monastici da parte di Napoleone Bonaparte, la cascina con l'annessa chiesa fu venduta a vari proprietari terrieri. La chiesetta fu restaurata, come si espliciterà meglio nella sezione dedicata all'aspetto artistico e architettonico, nel 1886. Fu in tale occasione furono rinvenuti alle pareti affreschi del XIV secolo, raffiguranti sant'Ambrogio tra i fratelli Satiro e Marcellina e i santi martiri Sebastiano e Fabiano papa.

Tra '900 e anni 2000
Nel corso del XX secolo, l'anno 1953 è significativo per la Chiesa. In occasione del 1600º anniversario della velatio di Marcellina, i proprietari della Cascina, i signori Cavajoni-Bologna, decisero di apportare una serie di ristrutturazioni agli affreschi della chiesa e alla realizzazione della lunetta che campeggia sulla facciata. Le celebrazioni culminarono il 31 ottobre, quando l'abate mitrato di Sant'Ambrogio di Milano, Monsignor Ennio Bernasconi, giunse sul luogo e tessé l'elogio non solo di Marcellina e dei suoi fratelli, ma anche la cura con cui i proprietari si preoccuparono di restaurare l'edificio. Seguirono altri restauri di minore portata nel 1959[21]. Al giorno d'oggi, il piccolo luogo di culto è oggetto d'interesse di varie iniziative culturali, tra cui spicca quella di "Ville Aperte", volta a riscoprire le bellezze di Monza e della Brianza. La Chiesa e l'omonima cascina, infatti, sono state incluse nell'edizione 2009.

Fonte wikipedia
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